Quando ero un esploratore di 16 anni non ho partecipato al jamboree del 1991 e quindi mi è rimasto questo sogno per lunghi anni. Ho potuto finalmente realizzarlo solo nel 2007, proprio nell’anno in cui lo scautismo festeggiava il suo primo centenario. Infatti la mattina dell’1 agosto ci siamo alzati all’alba e radunati tutti e 38.000 nell’arena di Hylands Park (circa 70 km dal centro di Londra) per rinnovare la nostra promessa, ognuno nella propria lingua. Un’emozione unica e irripetibile che mi ha fatto vedere con i miei occhi che lo scautismo è davvero un movimento che va oltre ogni barriera etnica, culturale e nazionale.
Il mio obiettivo era di sfruttare ogni momento libero delle mie giornate per girare tutto il sito del jamboree per vedere e fotografare il più possibile e alla fine ci sono più o meno riuscito. È stata dura selezionare solo una decina di foto sulle oltre 1.900 scattate, così ho scelto le costruzioni pionieristiche più belle che ho visto nella mia vita (tra cui un veliero e una ruota panoramica funzionante) e i volti di alcune persone incontrate nel corso delle mie escursioni. Sì, un giorno è venuto a trovarci il venticinquenne Principe William del Regno Unito.
Poiché il campo misurava 1600 x 2200 metri, ho dovuto camminare veramente tantissimo e quindi la stanchezza si faceva sentire. Per fortuna il servizio che mi avevano assegnato era leggero, infatti io ed altri dovevamo stare per 8 ore nella tenda ricreativa di uno dei sottocampi a sorvegliare l’utilizzo regolare dei giochi e delle attrezzature. Praticamente riposavo durante i turni di lavoro e avevo anche a disposizione delle preziose prese elettriche per ricaricare la fotocamera. Non è mai successo niente di niente a scuotere la monotonia, se vogliamo l’unico elemento di disturbo era un collega canadese che parlava in continuazione, ma quasi nessuno capiva il suo inglese con un accento stranissimo molto strascicato.
Alberto, 32 anni